Traduzione in lingua italiana di Giuliano Pinto
Agosto 2000
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Introduzione
Contenuto del
Catalogo
Epoca
Identificazione delle
stelle
Fonti
e compilazione dell'edizione per gli utenti di Guide
Istruzioni per gli
utenti di Guide
L'editore
Il Catalogo Stellare Almagesto è stato pubblicato ad Alessandria nell’anno
150 d.C., come parte del famoso Almagesto, il libro nel quale il grande
astronomo greco Claudio Tolomeo presentò la sua teoria geocentrica del sistema
planetario. C’è ragione di credere che la maggior parte delle stelle del
catalogo erano state osservate da Ipparco, tra il 160 e il 130 a.C. Nel Medio
Evo e nel Rinascimento, l’Almagesto ha avuto una enorme influenza
sull’astronomia europea. Copernico, Tycho Brahe e Keplero fecero grande uso di
questo libro. Una copia quasi identica del Catalogo Stellare fu inclusa da
Copernico nel suo libro De Revolutionibus.
Il catalogo contiene i riferimenti a 1028 stelle. Le stelle sono elencate per costellazione, e le costellazioni sono suddivise in Boreali, Zodiacali e Australi. Per ciascuna stella sono fornite le seguenti informazioni.
Le posizioni sono date generalmente in sesti di grado (10' d’arco), eccetto
che per alcune latitudini, per le quali sono date in quarti di grado (15'
d’arco). La zona di cielo coperta va dal Polo Nord fino a circa 52° di
declinazione Sud (per il 150 a.C.), che corrisponde praticamente al limite di
osservabilità dalla latitudine di Alessandria (31° Nord).
Un elemento molto importante è quello di stabilire l’epoca a cui le posizioni
sono riferite. Benché la compilazione del catalogo da parte di Tolomeo risalga a
circa l’anno 138 d.C., il riscontro con le moderne osservazioni fornisce come
epoca l’anno 43 d.C. Questo si spiega con il fatto che Tolomeo probabilmente ha
usato le posizioni date da Ipparco, e poi le ha corrette per la precessione per
riportarle ai suoi giorni, aggiungendo 2°40' a ogni longitudine. Ma poiché
Tolomeo ha usato il valore erroneo per la precessione pari a 1°/secolo dato da
Ipparco, anziché il valore reale pari a 1.4°/secolo, le sue longitudini sono
errate per difetto. Se si ripristinano i valori originali del catalogo di
Ipparco, sottraendo 2°40' da tutte le longitudini di Tolomeo, i valori che
risultano corrispondono ad un’epoca attorno al 140 a.C., abbastanza compatibile
con le date in cui sappiamo che Ipparco ha eseguito le sue
osservazioni.
Uno dei compiti di un moderno storico dell’astronomia è quello di mettere in relazione le voci del catalogo con le stelle esistenti. A tale scopo vengono usate le posizioni tabulate, le magnitudini e le descrizioni della posizione della stella nell’ambito della figura della costellazione. Queste informazioni devono essere confrontate con i dati di un moderno catalogo stellare, espressi nello stesso sistema di coordinate, per la stessa epoca, e includendovi le correzioni per il moto proprio. Questa procedura può essere molto stancante, a meno che non venga eseguita mediante un adeguato supporto grafico, come quello fornito da questo Catalogo Almagesto per gli utenti del programma Guide. Esaminando le identificazioni eseguite nel passato, si notano delle discrepanze tra i differenti tentativi, per cui è evidente che il procedimento può essere ulteriormente migliorato.
Per la maggior parte delle stelle elencate nel catalogo, l’identificazione è pressoché immediata. Una sola stella di magnitudine simile, infatti, si trova nei pressi della posizione tabulata sull’Almagesto. In questi casi la differenza media tra la posizione riportata sull’Almagesto e il valore moderno è di circa 30' d’arco per ciascuna coordinata. Tuttavia, per circa il 10% dei casi, l’identificazione non è così facile. O la posizione non si accorda con la descrizione riportata sul catalogo, o vi è una grande differenza di magnitudine, oppure non vi sono stelle, o ve ne sono troppe, in corrispondenza ai valori tabulati. Inoltre le posizioni stesse possono essere state alterate durante i molti secoli di trascrizioni manuali. Non c’è niente di più noioso che copiare lunghe file di dati numerici. Come conseguenza, per molte stelle, fonti diverse riportano valori differenti. In alcuni casi l’errore può essere immediatamente notato e corretto, come quando la longitudine è riferita a un segno zodiacale sbagliato, oppure quando Nord e Sud sono scambiati. Altri errori sono meno ovvii, e lo studioso deve esaminare le cifre in greco per cercare di capire che tipo di errore di trascrizione possa essere stato fatto. Per esempio, in molti casi una fonte riporta una latitudine di 33° e un’altra fonte riporta 30° 20'. Questo fatto si spiega facilmente, se si sa che in greco il primo numero è scritto come lg (30 + 3) e il secondo come lg' (30 + 1/3).
Ma in alcuni casi l’errore non può essere attribuito al copista. Ipparco e
specialmente Tolomeo commisero degli errori. Alcuni errori sono sistematici e se
ne può tenere conto. Un esempio riguarda le stelle della Croce del Sud, che sono
spostate di quasi 4° verso Sud rispetto alla posizione reale. In altri casi
presumiamo che ci sia un errore quando tutte le fonti riportano una posizione
distante vari gradi da quella della stella corrispondente alla descrizione. Vi
sono anche alcuni casi estremi, in cui non è possibile alcuna identificazione
con un ragionevole grado di attendibilità: quando cioè non vi sono stelle che
corrispondono né alla descrizione né alla posizione riportata.
Ho trovato due versioni del Catalogo Stellare Almagesto, presenti su Internet:
Inoltre, ho usato la traduzione in inglese dell’Almagesto riportata nel Volume 16 della serie "Great Books of the Western Worlds" (Encyclopaedia Britannica Inc., 1984) e, in qualche caso, la versione del testo di Copernico De Revolutionibus, inclusa nel medesimo volume.
Questa edizione per gli utenti di Guide è una combinazione delle due fonti trovate su Internet, con qualche aggiunta ricavata dalle fonti testuali. In genere le posizioni sono prese dal Centre de Donnés Astronomiques, eccetto nei casi di ovvii errori di stampa (ve ne sono parecchi) oppure quando le altre fonti offrono una scelta migliore. Le posizioni eclittiche usate vengono mostrate nella finestra "Altre informazioni", come pure le annotazioni che indicano se vi sono differenze con i valori presenti in questa fonte.
Poiché il programma Guide gestisce soltanto i cataloghi stellari con le coordinate equatoriali, tali coordinate sono state calcolate nel modo seguente:
Va notato che l’obliquità dell’eclittica non varia sensibilmente da un secolo all’altro, per cui i risultati sarebbero stati quasi identici se avessi usato quella dell’anno 150 a.C., o addirittura quella dell’anno 150 d.C.
I valori usati da Ipparco e da Tolomeo per l’obliquità erano sensibilmente più grandi (23° 51' 20"), ma non vi è ragione di credere che essi li abbiano usati per ricavare le loro coordinate eclittiche.
Le magnitudini sono prese dalla medesima fonte, ma sono espresse nella forma del catalogo originale (vedi sopra). Per adattare meglio i dati all’uso del programma Guide, sono state attribuite le magnitudini 7 e 8 alle stelle qualificate come oscure e nebulose, rispettivamente. Gli attributi 'major', 'minor', 'obscura' e 'nebulosa' (vedi sopra), nei casi in cui siano presenti, sono riportati nella finestra delle annotazioni (attivata con il tasto destro del mouse) e nella finestra "Altre informazioni". Le descrizioni (in latino) sono prese dalla fonte "The Astronomy Corner"; tali descrizioni non sono state tradotte né in inglese (d’altra parte si trovano in inglese nella serie dei Great Books), né in italiano, e inoltre ho corretto diversi errori di ortografia dei testi in latino. Tale lingua è stata scelta anche perché era l’unica in cui era disponibile una versione digitalizzata. Inoltre la sintassi latina è molto più vicina a quella greca di quanto non lo siano le lingue moderne.
Per quanto riguarda l’identificazione, ho seguito la prassi di entrambe le fonti, assegnando come didascalia alle stelle reali il numero del catalogo "Yale Bright Star". In un paio di casi le ‘stelle’ sono in realtà delle nebulose o degli ammassi, e allora ho usato come didascalia la denominazione NGC.
Le identificazioni del
Centre de Donnés Astronomiques
sono piene di errori.
In molti casi ho seguito quelle della fonte
"The Astronomy Corner",
mentre in
qualche caso ho preferito una mia personale identificazione. Tutti questi casi
sono riportati come annotazioni nella finestra "Altre informazioni".
Le stelle del Catalogo Almagesto sono indicate in Guide 7 con il simbolo di una stella bianca con una croce rosa sovrapposta, oppure semplicemente con una 'X' rosa in Guide 6. La dimensione del simbolo della stella corrisponde alla magnitudine riportata nel catalogo, mentre la dimensione della 'X' è anch’essa correlata alla brillanza. I simboli sono visibili meglio scegliendo come livello di zoom il valore 4 (20°) o il valore 5 (10°). Le stelle classificate nel catalogo come oscure o nebulose sono rappresentate in modo artificioso, in quanto appaiono come stelle di settima e di ottava magnitudine, rispettivamente.
Raccomanderei agli utenti di Guide di disabilitare la presentazione di tutti gli oggetti eccetto le stelle, e di impostare il limite di magnitudine delle stelle a 6 o 6.5. Gli oggetti del catalogo "Almagesto" (dalla barra principale scegliere la voce di menù ‘Extra’, e poi ‘Commuta dati utente’) devono essere impostati su ‘SI’, così che siano visibili tutti.
Per tener conto del moto proprio delle stelle, occorre impostare la data nella ‘Casella del tempo’ a un valore corrispondente all’anno in cui supponiate che le osservazioni siano state effettuate. Una scelta ragionevole è l’anno 140 a.C. Solo per poche stelle questo valore provocherà una differenza di posizione superiore all’accuratezza del catalogo. Vedere, per esempio, a Centauri oppure o2 Eridani. Quest’ultimo caso è quello che fornisce la migliore prova per affermare che l’epoca a cui si riferisce il catalogo corrisponde ai tempi di Ipparco.
Per verificare le identificazioni è consigliabile effettuarne una stampa su carta dalla fonte "The Astronomy Corner". La visualizzazione delle didascalie dell’Almagesto deve essere abilitata. Per far ciò occorre posizionare il mouse su un qualsiasi simbolo dell’Almagesto, premere il tasto destro, premere poi il bottone "Mostra" e marcare la casella ‘Didasc.’ nella finestra che comparirà. Inoltre la visualizzazione di tutti nomi e numeri delle stelle reali deve essere disabilitata nel sottomenù "Mostra le stelle", con l’eccezione dei numeri dello Yale Bright che devono essere attivati. Come conseguenza tutti i simboli dell’Almagesto avranno una didascalia in colore bianco con una 'A' seguita dal numero di catalogo, e le stelle appariranno con il loro numero YBS in grigio. Usando il sottomenù ‘Vai all’oggetto .TDF’, che si trova nel menù ‘Vai a’, si può raggiungere qualunque simbolo del catalogo. Facendo clic su di esso con il tasto destro del mouse si potrà vedere l’identificazione YBS suggerita. La stella reale probabilmente si troverà nelle vicinanze e così potrete valutare voi stessi la validità dell’identificazione.
Il grande vantaggio di Guide consiste nel fatto che con una sola occhiata potrete vedere molti simboli del Catalogo Almagesto insieme alle corrispondenti stelle reali. Si potrà vedere immediatamente che in molti casi le differenze di posizione non sono casuali, ma i simboli sono spostati circa della stessa entità (sia in distanza che in angolo di posizione) rispetto alle stelle reali. Il motivo sta nel fatto che gli antichi astronomi effettuavano meglio le loro osservazioni quando dovevano misurare posizioni relative piuttosto che quando dovevano ottenere delle posizioni assolute. Tenendo presente questo fatto, si possono eseguire ulteriori analisi per cercare di capire qual’era la loro metodologia e anche la cronologia relativa delle loro osservazioni. Un esempio è il seguente: le posizioni delle stelle delle costellazioni boreali si accordano meglio con le posizioni reali se si imposta l’epoca del catalogo all’anno 150 a.C. (cosa che può essere effettuata, editando il file Almagest.IDF), mentre l’anno 130 a.C. è più adatto per le stelle delle costellazioni zodiacali e australi. Ciò ha senso se si assume che Ipparco ha effettuato le sue osservazioni partendo dal cielo boreale e poi spostandosi verso il cielo australe, più o meno nello stesso ordine in cui le costellazioni sono riportate nel suo catalogo.
Sono sicuro che questo Catalogo Stellare Almagesto per gli utenti di Guide
sarà di aiuto sia per gli studiosi che vogliano raffinare le loro ricerche, che
per gli astrofili che vogliano esaminare questo affascinante tesoro di
tradizioni celesti.
Eduardo Vila-Echagüe è stato un appassionato astrofilo negli ultimi 50 anni. E’ membro di associazioni di astrofili in Argentina e in Cile, dove attualmente risiede. Al suo amore per l’astronomia unisce una forte passione per la storia del mondo antico. Alcuni dei suoi scritti possono essere trovati presso il suo sito Web http://www.geocities.com/edovila. Può anche essere raggiunto al suo indirizzo di posta elettronica edovila chiocciola vtr punto net (l'indirizzo è stato modificato per evitare la posta indesiderata).